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AMERIGO VESPUCCI

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Nave Amerigo Vespucci
- Storia -

Fin dalla fondazione, avvenuta nel marzo 1861, la Marina Militare Italiana (a quel tempo Regia Marina) ha usato diverse unità come navi scuola per l'addestramento dei futuri Ufficiali. Tra queste la prima fu la corvetta IRIDE, ex Aquila, originariamente appartenuta alla Marina del Regno di Sardegna, poi il vascello ad elica RE GALANTUOMO, ex Monarca, e quindi la corvetta CARACCIOLO, provenienti entrambi dalla Marina delle due Sicilie.

Nel 1893 l'incrociatore Amerigo Vespucci, dopo una prestigiosa carriera come nave da guerra, fu trasformata in nave scuola come già due anni prima fu fatto con il gemello FLAVIO GIOIA. Le due navi rimasero in servizio, rispettivamente fino al 1928 e al 1920.

In vista della loro radiazione, causa vetustà, la Marina Militare si trova a decidere se sostituirle con altre navi a vela o con navi più moderne, ritenne quindi che il "miglior" impatto con l'ambiente marino e la sua conoscenza fosse quello che si poteva apprezzare stando a bordo di una nave che subisce maggiormente i condizionamenti del mare e del vento e che quindi fornisce una più vasta esperienza: una nave a vela.

Quindi nel 1925 per iniziativa dell'Ammiraglio Giuseppe Sirianni, Ministro della Marina, fu decisa la costruzione delle due Navi Scuola, CRISTOFORO COLOMBO e la nuova AMERIGO VESPUCCI (quella tuttora in attività).

L'Amerigo Vespucci fu impostata nel cantiere di Castellammare di Stabia il 12 maggio 1930, fu varata il 22 febbraio dell'anno dopo e entra in servizio il 6 giugno dello stesso anno, aggiungendosi così alla sua gemella Cristoforo Colombo, (in realtà più piccola) entrata in servizio tre anni prima, costituendo con essa "la Divisione Navi Scuola" al comando dell'Ammiraglio di Divisione Domenico Cavagnari (poi capo di Stato Maggiore della Marina dal 1934 al 1940). Al rientro dalla prima Campagna di Istruzione, il 15 ottobre 1931 ricevette a Genova la Bandiera di Combattimento, offerta dal locale Gruppo UNUCI.

Originariamente il Motto era: "PER LA PATRIA E PER Il RE" sostituito poi nel 1946 da: "SALDI NELLA FURIA DEI VENTI E DEGLI EVENTI" ed in fine sostituito nel 1978 dall'attuale: "NON CHI COMINCIA MA QUEL CHE PERSEVERA".

Progettata come nave scuola dal Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi. Nave Vespucci è armata con tre alberi, alti rispettivamente 50, 54 e 43 metri e con bompresso, ha una lunghezza, dalla estremità del Bompresso alla fine del giardietto, di 101 mt; escluso il bompresso è lunga 82.5 mt (70 mt alle perpendicolari), ossia risulta molto simile, come dimensione longitudinale, a un vascello a tre alberi del XIX secolo. Il suo dislocamento a pieno carico è di 4.146 t è in armonia con quel tipo di nave, ma la sua larghezza (15.5 mt) tradisce le origini più moderne, perchè i velieri di un tempo avevano una larghezza superiore in rapporto alla lunghezza dello scafo. La superficie velica è di circa 2650 mq, che gli consentono di raggiungere, in certe condizioni, una velocità di circa 10 nodi; la nave può sostenere una velocità simile anche con l'apparato motore.

Ventisei Marine Militari di altrettanti Paesi, mantengono tutt'oggi in esercizio superbi velieri per l'istruzione dei propri allievi. Il più antico è il "Dar Pomorza", Polacco, varato nel 1905. il più moderno è il venezuelano "Simon Bolivar" varato nel 1980. La nostra Vespucci rimane però invidiata da molte Marine Militari ed è stata più volte definita "Nave più bella del Mondo".

Perchè una Nave a vela nel ventunesimo secolo?


Tuttoggi la Marina Militare ritiene che l'istruzione dei suoi Ufficiali vada ancora affidata a navi a vela, proprio perchè la navigazione moderna tende sempre di più ad "allontanarli" dal mare; le nuove tecnologie ti illudono di essere diventato più forte, ma gli strumenti, per quanto moderni essi siano, si possono rompere, si può perdere il segnale del satellite ed è quindi qui che interviene l'esperienza acquisita secondo le vecchie, ma mai passate, tradizioni marinaresche!

Quindi il miglior modo per imparare a conoscere il Mare è proprio a bordo di una unità a vela, dove devi imparare a conoscere te stesso e gli altri, dove solo rimanere in piedi è spesso difficile, dove la tua libertà sono spesso solo pochi centimetri. Quando il mare, a sbaffo delle previsioni meteorologiche, inizia a montare (proprio quando sei più stanco) inizi a capire che anche la più grande nave con tutta la sua tecnologia più moderna è solo un puntino nei confronti del immenso mare! Allora ecco il perchè di una unità a vela nei nostri tempi, per imparare a non sottovalutare ciò c'era prima e ci sarà dopo, il mare!